Il 23 giugno 2021 il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MiPAAF) ha diramato il Decreto dipartimentale, recante “Costituzione del comitato della sostenibilità vitivinicola – articolo 224 ter, legge 18 luglio 2020, n. 77”, uno dei tre atti amministrativi che conducono alla piena operatività del sistema di certificazione della sostenibilità dei vini, come previsto dal Decreto legge 19 maggio 2020 numero 34 (il cosiddetto “Decreto Rilancio”), art. 224 ter.
Si tratta di una novità assoluta a livello europeo che consentirà ai vini ottenuti seguendo specifiche regole di produzione, virtuose dal punto di vista ambientale e non solo, di essere immesse in commercio, sul mercato domestico ed internazionale, utilizzando uno specifico logo pubblico riconoscibile ai consumatori del vino sostenibile.
Il suddetto Decreto è propedeutico per completare il percorso stabilito dal legislatore dal momento che è di competenza del Comitato della Sostenibilità Viti-vinicola (CoSVi) gli altri due atti per la piena operatività del modello:
Frutto di una sintesi tra gli attuali protocolli pubblici, come Viva e Sqnpi, e privati, come Equalitas (nato nel 2015 dalla collaborazione tra Federdoc, Unione Italiana Vini, gruppo CSQA-Valoritalia, 3A Vino e Gambero Rosso), lo standard sostenibile del vino era stato inserito, lo scorso anno, all’interno al Decreto Rilancio e rimasto in attesa del decreto ministeriale, appena firmato.
In sede di prima applicazione, il disciplinare fa riferimento ai principi e alle disposizioni contenuti nelle Linee guida nazionali di produzione integrata per la filiera vitivinicola (Legge 3 febbraio 2011, n. 4), integrato da principi nelle aree della qualità, della sicurezza alimentare, della tutela dei lavoratori e dei cittadini e prenda in considerazione anche l’aspetto economico della garanzia di un reddito agricolo adeguato.
L’adesione al sistema di certificazione è volontaria e può avvenire sia da parte di aziende singole che associate. La conformità della produzione al disciplinare è attestata da un certificato rilasciato al produttore aderente, da un organismo di controllo autorizzato ad effettuare le verifiche. Il monitoraggio sarà fatto su un campione di aziende aderenti ed avrà lo scopo di misurare lo stato di applicazione dei singoli impegni previsti nello standard e il grado di raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità stabiliti a livello europeo e nazionale.
Il CoSVi è composto da:
Per i primi due anni le aziende certificate possono ottenere la certificazione al nuovo sistema, evitando doppi adempimenti e nuove spese.
Secondo una recente indagine di Wine Intelligence su un campione di 17 mila intervistati in 17 Paesi realizzata da Wine Intelligence, i vini prodotti in modo sostenibile sono al secondo posto tra 13 giovani tipologie produttive che offrono maggiori opportunità di crescita, dietro solo ai biologici e molto più considerati dai consumatori rispetto, per esempio, ai vini senza conservanti, a quelli senza solfiti, agli orange, ai prodotti a basso tenore alcolico, ai biodinamici o ai vegani.
Tra i Paesi con una maggior sensibilità dei consumatori verso i vini sostenibili, gli Stati Uniti, la Germania e il Regno Unito – che rappresentano anche la top 3 della domanda di vino italiano – ma anche i Paesi del Nord Europa, la Svizzera, il Brasile e l’Australia.
Fonte: CSQA, https://www.regionieambiente.it/, Giugno 2021
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