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PAC Eco-schema 1 “Benessere animale”

Redazione ASCHENAZIA • ott 30, 2022

Chi, come e quanto verrà erogato a titolo di sostegno.

A gennaio 2023 parte la nuova Pac e una delle novità da tenere presente è la soppressione del greening, che viene sostituito da cinque eco-schemi. Il primo di questi, l’eco-schema 1 (dal titolo “Pagamento per il benessere animale e la riduzione di antibiotici”), che assomma gran parte del budget a disposizione, è dedicato alla zootecnia.


L’eco-schema 1 prevede due livelli di sostegno per tutte le UBA aziendali, che si aggiunge al sostegno di base.


Livello 1 di sostegno: antibiotici

Di seguito specifichiamo il valore di UBA per ciascuna categoria di animali. Per sapere quante UBA si ha in allevamento, basta moltiplicare per i coefficienti riportati in tabella il numero di animali che ci sono in azienda.

Il livello 1 prevede un sostegno per la riduzione dell’uso di antibiotici in allevamento, facendo riferimento a una dose giornaliera definita come DDD (Defined Daily Dose), una misura statistica di uso del farmaco utilizzata dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Gli allevamenti vengono divisi in quattro quartili definiti in base ai valori di DDD: in verde scuro e verde chiaro sono gli allevamenti che hanno valori di DDD sotto oppure entro la mediana regionale; i arancione e rosso sono gli allevamenti che superano in maniera diversa il valore della mediana regionale di DDD.

Sono ammessi al pagamento gli allevamenti che al 31 dicembre dell’anno di aiuto rispetto alla mediana regionale dell’anno precedente:

  • Hanno mantenuto valori di DDD entro la mediana regionale;
  • Hanno valori di DDD entro la soglia del terzo quartile (arancione) ma lo riducono del 20%;
  • Hanno valori di DDD che passano dal quarto (rosso) al terzo quartile con una riduzione del DDD di almeno il 10%.

Livello 2 di sostegno: pascolamento


Il livello 2 di sostegno è quello che più ricco in termini di aiuto, con 240 euro/UBA per bovini e 300 euro/UBA per i suini, ma ha il limite di prevedere l’obbligo di pascolamento e quindi sarà sfruttato solo da piccoli allevamenti per lo più in zone montane o aree interne.

Fonte: https://www.ilnuovoagricoltore.it/


N.B. Le slides presentate nell’articolo sono di Angelo Frascarelli (Università di Perugia)

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