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PAC: Incidenza dei pagamenti diretti sul reddito agricolo

Redazione ASCHENAZIA • giu 25, 2021

Italia: In alcune Regioni (Trentino Alto Adige, Liguria) l’impatto è modesto, inferiore al 10%, mentre in altre (Umbria, Marche, Calabria) è attorno al 40% o superiore.

Ma quanto incidono in pagamenti diretti in Italia e nelle diverse regioni?


A tal fine si riportano i risultati di un’analisi svolta dal Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali dell’Università di Perugia.


L’analisi prende come riferimento gli anni dal 2015 al 2018 e il campione medio annuo preso in esame è di 10.225 aziende, distribuite sull’intero territorio nazionale. La fonte di informazioni utilizzata è stata la banca dati RICA (Rete di Informazione Contabile Agricola).

Il primo risultato rilevante dell’analisi è l’incidenza media italiana dei pagamenti diretti sui redditi, risultante pari al 23,7%, il che significa che, se tale sostegno dovesse azzerarsi, i redditi degli agricoltori italiani subirebbero una decurtazione del 23,7%.

Tale incidenza è inferiore alla media Ue che è del 27%.

Si sottolinea che questa percentuale è il risultato del rapporto PD/RN, quindi tiene conto sia dell’entità dei pagamenti diretti (PD) che del reddito netto aziendale (RN). La minore dipendenza italiana dalla Pac deriva principalmente dalla maggiore redditività della nostra agricoltura, caratterizzata da produzioni ortofrutticole, viticole e zootecniche differenziate.


Il rapporto PD/RN, espresso in percentuale, è profondamente diverso da regione a regione, da un minimo del 6,8% della provincia di Trento e un massimo del 44,2% della regione Umbria.


Analizzando i risultati ottenuti, possiamo constatare che la regione che presenta un’incidenza dell’aiuto dei pagamenti diretti sul reddito maggiore risulta essere l’Umbria (436 aziende) con un rapporto del 44,2% di pagamenti diretti sul reddito, seguita dalla Marche (417 aziende con incidenza pari al 40,2%, dalla Calabria (456 aziende e incidenza del 39,8%), e dalla Puglia (572 aziende con un incidenza del 35,5%). Le regioni che presentano un’incidenza bassa sono il Trentino (254 aziende con il 6,8%), seguito dall’Alto Adige (315 aziende) con il 7,8%.


Le cause principali di questa diversità regionale sono due:

  • l’entità dei pagamenti diretti, ancora legati ai titoli storici;
  • la variabilità del reddito netto in funzione delle caratteristiche dell’agricoltura (intensiva o estensiva) e del suo valore aggiunto.


Per quando riguarda i pagamenti diretti, le aziende storicamente vocate a seminativi, olivicoltura, tabacchicoltura e zootecnia intensiva risultano avere ancora un valore dei titoli molto alto e di conseguenza pagamenti diretti elevati (es. Umbria, Calabria, Marche e Puglia); all’opposto, il Trentino, dove l’attività agricola è maggiormente orientata verso viticoltura e frutticoltura, risulta avere un basso valore dei titoli, poiché tali settori non beneficiavano dei pagamenti diretti nel 2000-2002.

La diversità del reddito netto a livello regionale influisce anch’esso nel rapporto percentuale PD/RN. Infatti ci sono regioni come l’Umbria, con un’agricoltura principalmente estensiva, in cui i PD incidono in maniera rilevante sulla redditività; altre regioni, come il Trentino Alto Adige, presentano aziende più intensive e ad alto valore aggiunto in cui i PD incidono limitatamente sulla redditività.

Le regioni che presentano una situazione di maggiore autonomia dagli aiuti, la cui incidenza risulta essere bassa rispetto al reddito prodotto, possono essere in qualche modo viste come regioni maggiormente proiettate alla produzione e al mercato (Trentino Alto Adige, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Lombardia).


I risultati dell’analisi condotta sui dati RICA consentono di comprendere meglio se alcune tipologie di imprese agricole devono temere un’eventuale riduzione dei pagamenti diretti per effetto del cambiamento dell’architettura del sostegno (in particolare la soppressione del greening e l’introduzione degli eco-schemi).


L’attuale pagamento greening incide mediamente per il 30% sui pagamenti diretti. Pertanto, le aziende che non riusciranno ad accedere ai nuovi eco-schemi subiranno una sensibile riduzione del sostegno della Pac, a cui si aggiunge - per alcune di queste aziende - gli effetti della convergenza del valore dei titoli.


Risulta evidente che alcune Regioni (Umbria, Marche, Calabria e Puglia) e alcuni settori (seminativi in particolare) sono maggiormente dipendenti dal sostegno dei pagamenti diretti della Pac e, quindi, saranno chiamati ad affrontare la sfida di un cambiamento e di un riorientamento strutturale e/o produttivo.


A tal proposito, il nuovo Piano Strategico Nazionale dovrà prestare attenzione ad accompagnare questo cambiamento attraverso tutti gli strumenti della Pac, tra i quali si segnalano le misure agro-climatico-ambientali e le misure per gli investimenti, il sostegno all’AKIS alla cooperazione per l’innovazione ed il finanziamento ai programmi operativi delle organizzazione di produttori.


Fonte: Uni PG, Terra & Vita, Giugno 2021

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